Nel Mondo delle Pmi

L’alleanza delle sartorie per rilanciare il Made in Naples

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di Pascale Mattei

L’eleganza napoletana vuole affermarsi ancor più sulla scena internazionale. Nata appena un anno fa, l’associazione “Mani di Napoli” si è presentata al pubblico in occasione di Pitti Uomo. I suoi programmi per i prossimi cinque anni sono ambiziosi: tra gli altri, un piano di formazione ad hoc per gli apprendisti sarti, la promozione del know-how locale grazie all’adozione di disciplinari precisi e trasparenti, l’organizzazione di eventi che mescolino moda e cultura, la valorizzazione dei marchi aderenti, la valorizzazione del territorio, e quindi della città di Napoli e della Regione Campania, e l’acquisizione di un peso contrattuale nei confronti delle istituzioni.

A Napoli le imprese sono ancora molto individualiste, ma ho sempre pensato che un’unione ci permetterebbe di essere particolarmente attivi sulla scena nazionale e internazionale.

Racconta Damiano Annunziato, vicepresidente dell’associazione (la cui moglie, Cristina Dal Cuore, è alla testa di una delle Maison emblematiche della città, Dal Cuore).

Attualmente al progetto hanno aderito 23 sartorie, che rappresentano l’eccellenza artigianale della regione e che insieme realizzano un fatturato annuo di circa 25 milioni di euro: nomi già affermati come Sabino, Anna Matuozzo (nota per le sue camicie), Calabrese (cravatte), Scafora (scarpe) Omega (specialista dei guanti che fornisce in particolare marchi di lusso come Chanel e Hermès), Corrado (l’eccellenza dei pantaloni), Barbarulo (gemelli) o ancora Marco Cerrato, ormai alla terza generazione, sempre situato nel cuore dei quartieri spagnoli e considerato un artista pantalonaio. Praticamente tutti i mestieri sono rappresentati e suddivisi in sette Camere d’Arte (Sartoria, calzoleria, camiceria, pantaloni, cravatteria, guanteria e oreficeria).

Speriamo di attirare altre maison.

Commenta Annunziato, che pensa ai grandi nomi napoletani del settore (Kiton o Isaia) ma anche a piccole realtà artigianali come Rifugio, il maestro di Pompei nella fabbricazione di vestiti in pelle su misura (il marchio è famoso per aver realizzato la giacca da aviatore bianca che Giovanni Paolo II indossava in ogni occasione).

Il suo sogno? Che l’aeroporto Capodichino non sia più solo un punto di partenza per gli stilisti che girano il mondo, ma un hub di accoglienza per una clientela internazionale molto esclusiva in cerca di moda e cultura partonopea.