Nel Mondo delle Pmi

Dalle vetrine di lusso agli ospedali la nuova vita della seta: ora rigenera i nervi

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 di Dino Bondavalli

Non fosse qualcosa che è già stato sperimentato e che presto entrerà in commercio negli Stati Uniti, sembrerebbe pura fantascienza. Pensare di reinventare un materiale antico come la seta e utilizzarne i fili per rigenerare i nervi è, infatti, cosa tanto visionaria da sembrare ai confini della realtà. Invece, il progetto realizzato dal team guidato da Antonio Alessandrino, ricercatore comasco con un dottorato in ingegneria dei materiali e fondatore di KLISBio, che ha sviluppato la sua idea proprio nello storico distretto tessile serico lariano, è esattamente questo.

Tutto è nato da un problema ai legamenti delle caviglie che affligge Alessandrino dall’età di 18 anni, che l’ha spinto ad approfondire i possibili utilizzi della fibroina della seta nell’ambito della medicina riabilitativa. «La seta è uno dei materiali più antichi utilizzati per le applicazioni mediche, visto che è completamente biocompatibile e tra le proprie caratteristiche ha quella di stimolare la rigenerazione dei tessuti», spiega Alessandrino. Nessuno, però, aveva finora immaginato di trattarla come ha fatto il team, la cui avventura ha avuto inizio nel 2014 all’interno del Parco Scientifico Tecnologico di ComoNext, a Lomazzo.

«Noi usiamo una tecnologia unica e protetta da brevetto, che prevede l’utilizzo di componenti elettrofilate in fibroina nanofibrosa, forma che massimizza le caratteristiche biologiche del materiale, e da elementi tessili in fibroina microfibrosa, forma che ne ottimizza le proprietà meccaniche», spiega il fondatore di KLISBio. Il risultato è un prodotto che alla vista può apparire come un semplice filato di seta, ma che invece consente di riparare nervi con un’efficacia che ha dell’incredibile.

«Le sperimentazioni precliniche che stiamo facendo negli Stati Uniti e un primo studio clinico che abbiamo fatto in Svizzera con quattro pazienti hanno dato esiti molto positivi: il recupero funzionale e la sensibilità del nervo hanno avuto risultati eccellenti. Inoltre, le fibre nervose che vengono a rigenerarsi sono più velocemente funzionali di quanto non accada con gli altri condotti, cosa che garantisce un periodo di recupero più breve e riduce la fase di immobilizzazione del paziente», spiega Alessandrino.

Non solo. «Un po’ per le caratteristiche chimiche e biochimiche del materiale che abbiamo scelto, un po’ per la forma dei nostri dispositivi, nei casi in cui questi sono stati utilizzati c’è stato un fortissimo fenomeno di rigenerazione dei vasi sanguigni, che è un aspetto fondamentale nella rigenerazione dei tessuti umani perché la vascolarizzazione rappresenta un fattore cruciale», prosegue il fondatore di KLISBio. «Questo, a detta dei chirurghi che hanno testato i nostri dispositivi – sottolinea Alessandrino – è un aspetto molto interessante, perché apre una nicchia di mercato per la quale oggi si utilizzano o tessuti del paziente stesso o tessuti prelevati da donatore, con tutte le complicazioni e difficoltà che entrambe le opzioni comportano».

Una vera e propria rivoluzione rispetto alla situazione attuale, quindi, alla quale contribuisce il fatto che i dispositivi in seta prodotti da KLISBio hanno caratteristiche meccaniche e biologiche che conferiscono loro proprietà biomimetiche. Grazie a queste proprietà il dispositivo si trasforma in una sorta di impalcatura attorno alla quale le cellule umane ricostruiscono le fibre nervose. Un’innovazione che il team conta di diffondere a livello globale nel giro di pochi anni.

«Anche se il Covid ha un po’ rallentato il nostro percorso, a causa della sospensione di una serie di interventi programmati che sono essenziali per gli studi clinici, la prospettiva è quella di entrare in commercio negli Stati Uniti nel 2024», annuncia Alessandrino. «In Europa l’orizzonte è un po’ più lontano, tra fine 2025 e inizio 2026, ma stiamo comunque lavorando per spingere adeguatamente il prodotto sul mercato, con la convinzione che potrà davvero dare un contributo significativo alla medicina riabilitativa».

«Prossima frontiera lortopedia: ossa e legamenti»

Si parte dai nervi, ma si prosegue con il mondo dell’ortopedia. Mentre da un lato si stanno facendo tutti gli step per poter mettere in commercio nei tempi più rapidi possibili i nuovi dispositivi per la riparazione dei nervi, dall’altro KLISBio sta già lavorando su possibili applicazioni per quel che riguarda la rigenerazione di tendini, legamenti e ossa.

«Stiamo lavorando per sviluppare nuova proprietà intellettuale», spiega Antonio Alessandrino, Chief technology officer e fondatore dell’azienda, che ha mantenuto la propria sede storica a Lomazzo, in provincia di Como, ma che ora ha il proprio quartier generale a Bresso, alle porte di Milano. «L’idea è di cominciare andando a intervenire sui tendini che sono più frequentemente colpiti da infortunio e sulla rigenerazione ossea, per la quale abbiamo già sviluppato e depositato un nuovo brevetto».

Il tutto partendo dalla tecnologia per la lavorazione della seta che è stata perfezionata in tanti anni di ricerca e che rappresenta davvero un unicum a livello mondiale.