Le opinioni

Silicon Valley, modello in crisi per mancanza di responsabilità

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di Davide Ippolito (Esperto di reputazione aziendale e direttore di Reputation Review)

Reputazione fa rima con responsabilità: un binomio che diventa sempre più centrale nell’odierna cultura del lavoro. Non si può continuare a vivere nell’illusione che un’azienda di successo non abbia alcuna responsabilità.

Non è un caso che la nuova crisi bancaria che sta allertando i mercati globali sia nata proprio in quella parte del mondo situata in California, nella San Francisco Bay Area, che ospita le società tecnologiche più importanti del pianeta oltre che numerose startup. Parliamo ovviamente della Silicon Valley Bank, una banca che ha avuto un ruolo importante nella crescita dell’economia digitale, diventando la sedicesima banca degli Stati Uniti D’America e che ho avuto l’occasione di vedere da vicino poco prima della pandemia.

Ciò che colpisce della Silicon Valley è il cosiddetto “Mindset”, ovvero il modo di pensare. La sensazione di essere in un posto dove può accadere tutto, dove si finanziano 100 idee con la consapevolezza che 99 di esse falliranno, e questo fallimento verrà anche esaltato pensando che alla fine quella che avrà successo farà la differenza nel mondo.

Possiamo dire che questa filosofia di fatto ha funzionato, e ha contribuito a rivoluzionare il mondo in cui viviamo, ad accorciare le distanze, a ridefinire il concetto stesso di lavoro. È da qui che nasce il concetto di business scalabile (quei business che possono espandersi in modo pressoché esponenziale senza che a crescere siano anche i costi necessari a questa espansione), di partire dal problema, di pensare in grande e di ridefinire gli spazi di lavoro.

Lavorare in una big-tech della Silicon Valley è stato un sogno ad occhi aperti per tanti anni: grandi spazi, sport collettivi, orari flessibili, cibo sempre a disposizione. Tutto bellissimo. L’unica parola che non ho mai sentito dire in Silicon Valley è «responsabilità».

Non basta creare un luogo di lavoro accattivante, offrire servizi innovativi o giocare a ping-pong in ufficio. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità (lo diceva lo zio di Spiderman) e ogni innovazione, ogni scelta deve essere valutata attentamente, alla luce delle conseguenze sociali ed etiche.

Alla luce dei tanti licenziamenti previsti nei prossimi mesi in Google, Facebook e altre grandi aziende del territorio, che sembravano immortali, possiamo ancora dire che sono sempre i lavoratori a pagare le scelte scellerate dei singoli.

Quanto accaduto alla Silicon Valley Bank ha quindi delle radici più profonde, legate al tema di reputazione e responsabilità che vorrei provare ad analizzare affinché possano essere di ispirazione e di aiuto per le Pmi italiane che si rivolgono a questo giornale.

  • Finanziamenti ad aziende rischiose: l’istituto di credito Usa ha finanziato molte startup tecnologiche che sono fallite, causando grandi perdite per la banca stessa e per gli investitori.
  • Mancanza di attenzione alle questioni ambientali e sociali: ha investito in aziende che non hanno una buona reputazione ambientale o sociale, come ad esempio alcune che lavorano nel settore delle armi, ignorando le linee guida della finanza mondiale e i criteri ESG (Environmental, Social e Governance)
  • Mancanza di trasparenza: non è stata sempre trasparente nelle proprie attività di investimento, e non ha sempre fornito informazioni dettagliate sui propri processi decisionali.
  • Dipendenza dal settore tecnologico: ha basato la propria attività sui finanziamenti alle startup tech, creando una dipendenza dal settore che potrebbe essere rischiosa in caso di eventuali crisi o crolli del mercato.

Il problema non risolto dell’economia della Silicon Valley è legato proprio a tutto questo. Spesso, le aziende di questa zona si concentrano solo sull’innovazione e sulla ricerca di investimenti, trascurando gli aspetti etici e sociali delle proprie attività.

Ogni imprenditore ha una grande responsabilità nei confronti dei propri dipendenti e della società nel suo complesso. Quando si decide di aprire un’azienda, si assume anche l’onere di gestirla nel modo migliore possibile, garantendo la massima trasparenza e responsabilità sociale. In ogni momento, l’imprenditore deve inoltre tenere presente che le sue scelte avranno un impatto sulla vita dei dipendenti e sulla comunità in cui opera. Non si può pensare solo al profitto, ma si deve cercare di creare un ambiente di lavoro sano e positivo, dove ogni dipendente possa sentirsi valorizzato e rispettato. Non da meno, un bravo imprenditore deve sempre tenere presente i valori etici e morali della società in cui la sua azienda opera.

Questa responsabilità può essere molto pesante, ma è anche un’opportunità per fare la differenza nel mondo.