Le opinioni

Lo scudetto a Napoli è il sigillo su una rinascita iniziata da molto tempo

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di Luigi De Magistris – Politico e scrittore

Per i napoletani lo scudetto è una gioia immensa, una festa di emozioni capace di unire un popolo intero, senza distinzioni generazionali, di classe, politiche. È la dimensione della potenza vulcanica della nostra città e per non dimenticare mai che essere napoletani è meraviglioso.

Però sullo scudetto vinto ci sono state anche narrazioni fuorvianti. Cominciamo con il dire che questo scudetto avrà effetti d’immagine ed economici assai rilevanti per Napoli senza soluzione di continuità per tutto l’anno. Ha sbagliato, poi, chi nelle istituzioni locali, nei giorni che hanno preceduto la vittoria, ha posto l’ossessiva attenzione sul rischio vandalismo dei napoletani, l’emergenza pubblica incombente, la zona rossa del pericolo immediato, la militarizzazione del territorio. Addirittura il sindaco Manfredi ha fatto appello ai napoletani a non tinteggiare i monumenti.

Un imbarazzante suggerimento pedagogico di chi non è napoletano e non vive a Napoli.

Nulla di più sbagliato, solo chi non conosce Napoli, i napoletani e il tifo ragiona in questo modo. È stata l’esplosione pacifica della gioia, dell’orgoglio, dell’appartenenza alla nostra amata terra. Altra cosa è disporre una corretta prevenzione e gestione di un evento storico, dopo 33 anni. Altra narrazione sbagliata che è stata fatta: con lo scudetto finalmente c’è il riscatto di Napoli. Come se aspettassimo il pallone come il messia. Diversamente nel 1987, con il primo scudetto di Maradona, fu in gran parte così. Napoli era ancora piegata dal devastante terremoto del 1980, con un omicidio di camorra al giorno, una politica mediocre e non di rado corrotta.

Il pallone fu effettivamente il riscatto di un popolo. Ora invece la vittoria è un immenso successo sportivo, ottenuto con un grande lavoro di squadra, con onestà, un risultato che rafforzerà la già ritrovata potenza di Napoli.

La mia città da dieci anni ospita i più rilevanti eventi sportivi nazionali ed internazionali, è dal 2014 la città che più cresce per turismo, il primo set cinematografico all’aperto d’Italia. Una città dalla quale la gente scappava, prima che diventassi sindaco nel 2011, a causa dell’emergenza rifiuti che politica e camorra avevano causato.

Per vedere un turista ci voleva un cannocchiale. E quando parlavo di portare Napoli in vetta mi guardavano come se fossi folle. Abbiamo potuto ottenere risultati eccellenti solo con un durissimo lavoro amministrativo e politico, con concretezza e visione, con l’aiuto sempre crescente del popolo napoletano, osteggiati da un sistema politico e mediatico che non voleva il riscatto di Napoli. Orgoglio ritrovato, riscatto popolare, successi ottenuti, fanno parte della storia di Napoli degli ultimi 12 anni, senza soldi ma con un capitale umano onesto, competente, coraggioso e pieno di passione.

Lo scudetto della città prima e lo scudetto della squadra ora sono la dimostrazione che tutto è possibile con la volontà e la partecipazione. Bisogna essere però liberi, fuori dal sistema, ed amare profondamente quando ci sono sofferenze e ferite e non si deve mollare mai. Ora è facile saltare sulla vittoria ed è anche sgradevole strumentalizzarla. Ho il dovere di ricordare, nel paese del vizio della memoria, che se Napoli è in vetta da circa dieci anni è grazie ad un lavoro autonomo della città che è stato fortemente osteggiato anche da chi oggi cerca di mettersi, a livello politico ed istituzionale, in modo fraudolento medaglie in petto. E comunque, questo scudetto è talmente stupendo, ca, quase quase, mme mettesse a chiagnere pe ‘sta felicità.