La Settimana Politica

Il G7 italiano del 2024 e la scommessa mediterranea

Scritto il

di Silvio Magnozzi

Il sud del sud dei Santi. Così l’attore e autore Carmelo Bene definiva quel tacco geografico chiamato Puglia, terra di confine fra mari e culture. E sarà proprio lì che nel 2024 si terrà il G7 (di cui fanno parte, oltre al nostro Paese, Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito) a guida italiana, nella seconda metà di giugno, dopo il voto per le elezioni europee (primo vero test politico dopo le politiche dello scorso anno).

Lo ha annunciato Giorgia Meloni, nei giorni scorsi, durante il vertice dei sette grandi in Giappone, a Hiroshima.

E annunciandolo la presidente del Consiglio italiano ha anche spiegato il perché di questa scelta. Abbiamo scelto la Puglia come sede del G7 – ha sottolineato Giorgia Meloni – «perché storicamente ha svolto la funzione di ponte tra occidente e oriente: anche Papa Francesco l’ha scelta per un evento senza precedenti, terra simbolo di dialogo tra oriente e occidente».

Una scelta simbolica e evocativa al tempo stesso, dunque, come del resto lo è stata per il Giappone e per l’ultimo summit la città di Hiroshima, luogo tragico di chiusura – con tanto di bomba atomica – della Seconda Guerra mondiale.

Il capo del Governo italiano non ha voluto anticipare ancora quale sarà la città pugliese scelta per ospitare l’evento del 2024 (anche se nel totonomi, che sovente scatta nei retroscena giornalistici, fra le ipotesi ci sarebbe Otranto) spiegando che “c’è tempo” visto che l’evento è fra un anno e che comunque lei la città già ce l’ha ma preferisce rivelarla la prossima volta.

A parte la centralità del Mezzogiorno italiano che la decisione del governo di tenervi il G7 evidenzia, in questa valutazione vi sono pure aspetti geopolitici interessanti, fra l’altro in un momento fra i più complicati e tesi per le relazioni internazionali nel Mondo.

La Meloni, questa sostanza geopolitica, l’ha fatta trapelare quando ha spiegato a Hiroshima quali sono i temi che la presidenza italiana del G7 intende affrontare l’anno prossimo. «Ho anticipato – queste le parole della premier – agli altri leader le nostre priorità. Sull’Ucraina, vogliamo il rispetto delle regole internazionali. Sicurezza energetica, le migrazioni e l’attenzione all’Africa su cui c’è stata colpevole dimenticanza».

Appunto. Africa, Mediterraneo, questione migratoria. Nella politica del governo di centrodestra la stabilità del Mediterraneo e quella dei Paesi del Nord Africa è punto centrale della politica estera, a cominciare dalle situazioni in Tunisia e in Libia. Del resto il piano Mattei che l’Italia vuole portare avanti verso il Continente nero e che prevede accordi energetici (ne sono già in essere di importanti), miglioramento delle condizioni delle popolazioni africane, crescita di benessere e libertà, rafforzamento dei rapporti commerciali con l’Italia, con l’Europa e con l’Occidente, è un piano che guarda al sud del Vecchio Continente.

Un meridione sempre più necessario, anche dal punto di vista energetico, per l’Europa dopo la rottura con la Russia e le relative sanzioni occidentali a seguito dell’invasione dell’Ucraina voluta da Vladimir Putin.

Ecco allora che la Puglia diventa una penisola nella penisola italiana, protesa verso questo sud geopolitico che è per i sette grandi del Mondo scommessa e opportunità al tempo stesso. Una scommessa e un’opportunità che parlano (anche) italiano.