Inchieste

Caccia alla liquidità, le imprese scoprono la carta fintech

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di Paola Stringa

Lo smobilizzo di crediti commerciali vantati nei confronti della PA è un tema sempre più sentito dalla PMI. In Italia sono perciò in crescita gli strumenti che consentono alle imprese di ottenere liquidità immediata, per evitare di dover fare, per così dire, da shadow banking ai propri clienti senza alcuna garanzia o paracadute. Anche se, secondo l’ultimo studio di Cribis (Studio Pagamenti 2022), il peggio causato dagli effetti pandemici sembrerebbe passato, continua il persistere di tempi troppo lunghi di pagamento, che mettono in difficoltà le aziende.

Che si tratti di Factoring o di Invoice Trading, la parola d’ordine è, dunque, liquidità in tempi certi.

Ritardo pagamenti PA: il ruolo del factoring

Se come soluzione di finanza alternativa il Factoring esiste da molti anni, l’Invoice Trading, è nato con le piattaforme fintech e dal Regno Unito si è presto diffuso anche da noi.  al 2020 il factoring ha continuato a crescere del 10-15% l’anno, rappresentando, soprattutto per imprese fornitrici della PA una fonte di sostegno importante, a fronte di un fenomeno di abitudini di pagamento non in linea con le medie europee. Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, nel 2021, infatti, l’incidenza dei debiti commerciali della PA sul PIL è stata del 3,1%, dato peggiore all’interno dell’UE. Stando agli ultimi dati di Assifact, il 28% delle imprese lo utilizza come fonte di liquidità complementare al credito bancario, il 17% come forma di garanzia e il 12% addirittura come alternativa al credito bancario.

«Nell’attuale contesto di mercato, il factoring si riconferma lo strumento ideale per le piccole e medie imprese per finanziare il proprio capitale circolante e quindi i crediti commerciali», ha commentato Andrea Trupia, direttore divisione Factoring di Banca Sistema, uno dei primi player in Italia nel factoring a supporto dei fornitori della PA, con 3,2 miliardi di volumi a fine settembre 2022 e una crescita del 26% sul 2021. «La crescita dei crediti commerciali e dei crediti IVA acquistati, oltre a numerosi nuovi clienti attivati in svariati settori – ha aggiunto – confermano il ruolo del Gruppo Banca Sistema a supporto delle esigenze delle imprese, in particolare fornitrici della Pubblica Amministrazione, quotidianamente a fianco dell’imprenditoria supportando in modo flessibile i fabbisogni».

Il sostegno delle fintech alle PMI

Anche il mondo fintech intercetta sempre di più questo bisogno, proponendo nuove soluzioni per lo smobilizzo di crediti commerciali vantati nei confronti della PA, ma anche del Sistema sanitario nazionale. È il caso di CrescItalia, advisor fintech che opera come cerniera tra il mondo delle PMI e quello della finanza alternativa, che ha da poco stretto una partnership con Banca BFF, leader in Europa nella finanza specializzata e nei servizi di pagamento, per permettere ai clienti che servono il settore pubblico di deconsolidare i crediti commerciali derivanti da contratti di fornitura connessi ad aggiudicazioni di gare d’appalto e di smobilizzare ingenti portafogli di crediti tributari vantati verso l’erario.

«In questa fase storica, segnata dalla guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’aumento dei costi di materie prime, bollette e trasporti, le PMI si trovano ad affrontare un contesto in cui la richiesta di liquidità è sempre più alta. A tal fine abbiamo perfezionato la partnership con BFF Bank per offrire soluzioni che vanno a integrarsi agli strumenti che CrescItalia tradizionalmente offre alle piccole imprese, quali cessione fatture, reverse factoring e finanziamenti», ha puntualizzato Mattia Donadeo Spada, ad di CrescItalia.

«Grazie alla piattaforma proprietaria, sviluppata internamente, CrescItalia è riuscita a digitalizzare i processi di istruttoria e valutazione ottemperando a tutti i requisiti gestionali, di compliance e normativi relativi all’erogazione dei servizi. Tale efficienza consente di accorciare i tempi di erogazione, che si riducono a pochi giorni o settimane, a seconda del prodotto, permettendo alle PMI di accedere alla liquidità di cui hanno bisogno in modo semplice e trasparente».

Se nel factoring il credito è rilevato da istituti di credito o intermediari che si attivano per la sua riscossione, con il trading invoice, a rilevarlo sono piattaforme specializzate.

Da Anticipay a Workinvoice, da CashInvoice a CashMe, le piattaforme che offrono servizio di cessione e acquisto di fatture commerciali, sono ormai diverse.  «Scambiando le fatture su un marketplace, si dimostra come l’introduzione di controlli e regole, oltre a garantire i fornitori, favorisca anche una migliore performance dei crediti anche in tempi di crisi», ha spiegato Matteo Tarroni CEO e cofounder di Workinvoice. «Il sistema è più virtuoso perché tutti i processi che lavorano sulla piattaforma sono indirizzati a garantire il pagamento puntuale delle fatture e perché nel momento in cui la fattura viene ceduta, c’è maggior attenzione da parte di tutti gli stakeholder, compreso il debitore, a rispettare la puntualità del pagamento».