Economia della Conoscenza

Torino, Terra Madre e Nuvole

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di Carmen Rolle

Torna a Torino Terra Madre Salone del Gusto, il più grande evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto e a chi lo produce. Dal 22 al 26 settembre la manifestazione di Slow Food, organizzata con Comune di Torino e Regione Piemonte, raccoglie intorno al tema della rigenerazione oltre tremila delegati da 150 Paesi e centinaia di espositori. Qualche nome tra i produttori? A rappresentare l’immenso patrimonio di ulivi italiani, il pugliese Frantoio Oleario Cassese premiato nella Guida agli Extravergini 2022; dal Piemonte le sorelle Greta e Natascia Facciotti che in Alta Valsesia curano 40 capre e 20 vacche per produrre il Presidio Slow Food del Macagn, o i giovani di Nostos, start-up produttrice di miele e di composte naturali in Sardegna. La 14esima edizione di Terra Madre è anche l’occasione per presentare 13 nuovi presìdi italiani, che vanno ad arricchire il bagaglio di biodiversità tutelata da Slow Food. Sono diffusi in sei regioni: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, che vanta ben 5 nuovi presìdi. Nelle novità della kermesse c’è anche la sede: Parco Dora, l’ex area industriale da anni al centro di un progetto di riqualificazione urbana. È un luogo simbolico, perché al posto di impianti produttivi e acciaierie qui ora c’è uno dei più importanti polmoni verdi della città. Davvero sorprendente, per le fosse dei nastri di laminazione diventate giardini acquatici, l’hortus conclusus, i pilastri di 30 metri dell’ex-acciaieria, con la Chiesa del Santo Volto disegnata da Mario Botta a far da sfondo.

D’altronde Torino è avvezza alle trasformazioni. Come la nuova Pista 500, in casa Fiat, che va a completare il grande cambiamento del Lingotto iniziato negli anni ‘80. La mitica pista sul tetto, un tempo segreta e inaccessibile, oggi è il più grande giardino pensile d’Europa, posto a 28 metri d’altezza. Vanta 28 grandi isole che ospitano oltre 40mila piante piemontesi, installazioni artistiche e percorsi per i giri in bici e in monopattino e il test drive della 500 elettrica. Altrettanto notevole è il progetto delle OGR Torino, le ex Officine Grandi Riparazioni dei treni, riqualificate dalla Fondazione CRT con un investimento di oltre 100 milioni di euro. Nel gigantesco edificio di 35mila metri quadri di fine Ottocento, hanno trovato posto l’area Cult e Snodo già aperte nel 2017 per mostre d’arte, concerti, bar e ristorante. A cui si è aggiunta dopo due anni l’area Tech: 12mila metri quadrati per l’hub dedicato all’innovazione, all’accelerazione d’impresa e alla ricerca.

Rimanendo in tema aziendale, la Lavazza ha trasformato un intero isolato del quartiere Aurora con la Nuvola di Cino Zucchi. È la nuova sede, pensata però come spazio aperto alla città. All’interno si trovano, oltre ovviamente agli uffici, il ristorante Condividere premiato dalla stella Michelin, il bistrot ispirato alla filosofia Slow Food, il museo interattivo che racconta l’universo del caffè, l’area archeologica con i resti di una basilica paleocristiana e la sede dell’Istituto d’Arte Applicata e Design con 700 studenti. Desiderio di affreschi, stucchi e dorature dopo i siti industriali? In Piazza San Carlo, il salotto buono della città, nel settecentesco Palazzo Turinetti, sede legale e storica di Intesa Sanpaolo, a maggio scorso hanno debuttato le Gallerie d’Italia di Torino. Un percorso di diecimila metri quadri distribuiti su cinque piani, di cui tre ipogei, destinati alla fotografia e al barocco piemontese. Tra le mostre spicca quella aperta da ieri fino al 22 gennaio Lisetta Carmi. Suonare Forte, dedicata a una delle personalità più interessanti del panorama fotografico italiano, recentemente scomparsa all’età di 98 anni.